Cosa sono quegli sguardi affranti?
Noi all’A L P I & G O L F la chiamiamo faccia da balena!
Perché una volta Lara voleva tanto vedere le balene in visita ai fiordi norvegesi ma era brutto tempo ed in una giornata così grigia e nebbiosa non si riuscivano nemmeno a vedere le onde del mare.
Però è stata una delle vacanze più divertenti che lei si ricordi, nonostante niente sia andato come programmato. Nonostante i bronci e le aspettative mancate. La vacanza perfetta alla Lonely Planet, ebbene sì, non esiste. Per fortuna, aggiungiamo noi!
Il viaggio è piuttosto composto da imprevisti, tempi morti, qualche aspettativa delusa e sicuramente l’impossibilità di vedere o fare tutto in 7/10 giorni. Col tempo abbiamo capito che prendere le cose come venivano o come ci veniva consigliato è sicuramente l’approccio migliore e più rilassante. Senza l’ansia di seguire passo passo le stesse identiche cose fatte dall’influencer di turno o dal blogger di viaggi.
Pace all’anima nostra se non abbiamo cenato in quel particolare ristorante, comprato la torta nella panetteria più gettonata o prenotato l’hotel al n.1 su Trip Advisor. Se non abbiamo fatto la stessa identica foto dei covoni di grano che abbiamo visto su Instagram.
In compenso abbiamo fatto un viaggio reale, nostro e grazie al quale abbiamo scoperto cose a cui magari nessuno presta attenzione ma con il nostro sguardo non quello filtrato da qualcun altro. Di nuovo da scoprire è rimasto poco o nulla, tutto è già stato visto e fotografato ma è il modo in cui lo guardiamo noi e come lo interiorizziamo che fa la differenza.
Michele, per esempio non sceglierà mai il localino carino, alla moda e zeppo di gente ed in vacanza appena riesce a scovare una bettola vecchio stile per lui è garanzia di autenticità e qualità. Peccato che nel 95% dei casi non è così. Pensa un po’! Nel localino vuoto, sporco e con un tipo strano al bancone si mangia veramente male! Ma quante risate.
Si può dire che di questi locali ne siano rimasti veramente pochi e quindi è diventato ancora più divertente scovarli. Ed alla fine in qualcheduno di questi scopri che si sta bene per davvero. Sebbene non siano i più blasonati ma solamente rimasti un po’ indietro con le mille aspettative di un noioso, replicato perfezionismo.
Un lungo preambolo per elencare i posti da vedere a Bormio in caso di maltempo e levarvi quella faccia di balena da “oddio la vacanza è rovinata!”
9 +1 ALTERNATIVE IN CASO DI MALTEMPO
1 | 2 | 3 | PRIMA DI ARRIVARE A BORMIO:
Tirano non è solo il paese che ospita le famose vigne ed il Trenino Rosso del Bernina ma vanta altri due luoghi culturali di massimo interesse, uno religioso ed uno storico.
Il Santuario della Madonna di Tirano, meta di pellegrinaggio di lunga data e Palazzo Salis. In particolare suggeriamo la visita a Palazzo Salis per ascoltare la storia di Ulisse Salis, eroe risorgimentale, e della sua nobile famiglia residente a Tirano dall’ 1800. Così da poter dar una fugace sbirciata al centro storico di Tirano. Passando anche per i piccoli centri di Grosio e Grosotto. A Grosotto merita una visita la Villa Visconti Venosta per ammirare l’eleganza dei tempi che furono.
Museo del Sanatorio di Sondalo
Scendendo da Bormio e prima di Tirano avrete sicuramente notato i monumentali ospedali costruiti durante il periodo Mussoliniano. La loro storia è particolarmente interessante perché il complesso nacque con l’intento, tipico dei primi del 900, di diventare un villaggio sanatoriale per la cura della tubercolosi. Si pensava infatti che anche l’aria buona di montagna fosse un validissimo aiuto per la cura di queste malattie infettive.
Nel 2015 Luisa Bonesio, studiosa di geofilosofia, originaria di Sondalo e direttrice del museo, ha voluto riportare alla luce la lunga storia del sanatorio (ora ospedale) a partire dal recupero dell’edifico della portineria, utilizzato inizialmente per “smistare” i malati che provenivano da tutta Italia nei diversi padiglioni di cura. Caduto in disuso ora è accessibile come museo con un grande archivio fotografico dedicato anche agli aspetti architettonici degli edifici. La loro costruzione fu infatti frutto della corrente del razionalismo europeo dell’epoca. Ma soprattutto un percorso che parla di malattie, di cura e poi uno più specifico dedicato al villaggio ed alla sua relazione con l’ambiente ed il paesaggio montano
4 | 5 | DOPO BORMIO:
In direzione di Santa Caterina Valfurva si potrebbe invece abbinare ad una salita in funivia una visita a due musei uno accanto all’altro: il museo vallivo “Mario Testorelli” ed il centro visitatori del Parco Nazionale dello Stelvio.
Non dimentichiamoci infatti che Valfurva e Santa Caterina sono nel cuore del Parco dello Stelvio. Il centro nasce proprio con lo scopo di raccontare la fauna e la flora di uno dei parchi più vecchi d’Italia che occupa le due regioni alpine di Lombardia e Trentino.
Il museo è interattivo ed è particolarmente apprezzato dai bambini che possono scoprire gli animali presenti sul territori, come il gipeto e lo stambecco, i loro versi, le impronte, le loro abitudini..etc.
La tutela dell’ambiente e la protezione delle specie a rischio passa soprattutto tramite la consapevolezza e la conoscenza che sapremo trasmettere ai più piccoli ed alle future generazioni.
Accanto al centro è presente il museo vallivo, uno dei più vecchi musei presenti sul territorio insieme al museo civico di Bormio, entrambi nati per trasmettere il patrimonio storico e culturale delle comunità alpine prima dell’avvento del turismo ed ai tempi delle grandi guerre.
6 | A LIVIGNO:
Da poco è entrato a far parte del sistema museale anche il MUS di Trepalle e Livigno con una gestione ed una proposta culturale fresca ed al passo con i cambiamenti virtuali e non. Con attività didattiche multi-esperienziali come quella sulla conoscenza del latte che parte dagli antichi strumenti di ieri fino ad arrivare a come viene lavorato il latte oggi. Passando così dalle antiche stanze del museo sino alla moderna latteria di Livigno.
7 | 8 | 9 | A BORMIO:
Il museo civico di Bormio ha la sede nel vecchio municipio e già la struttura merita una visita per la bellezza dell’edificio situato nello storico Castello De Simoni con le sue antiche stue in legno (stanze), tra cui la bellissima “stua granda”. Numerose sale per scoprire la storia di Bormio attraverso oggetti ormai dimenticati.
Le Cantine del Braulio
Quali erbe sono presenti nell’antichissima ricetta dell’amaro Braulio? Nessuno lo sa! Potrete visitare i sotterranei dove vengono tenute le botti per l’invecchiamento, i moderni laboratori di infusione e di filtrazione ma non troverete mai nessuno che vi indicherà quali piante e in quale misura vengono raccolte per la produzione di uno degli Amari alpini più apprezzati.
Il museo mineralogico
Poco conosciuto è in realtà una piccola chicca da scoprire. Un luogo in cui si può incontrare la storia dei minerali più preziosi della Terra; ritrovati, raccolti e catalogati dal bormino Edy Romani. La cui passione di una vita ha portato alla luce delle vere gemme che custodiscono per davvero la lunga storia della Terra. Tra tutte le storie la più lunga e la più misteriosa. Ed anche a sorpresa frammenti alieni da meteoriti.
10 | Un po’ sparse in tutte le vallate
Le magnifiche chiese e chiesette di montagna hanno tutti la loro storia particolare. Intrise di racconti leggendari e suggestivi. Alcuni dei quali si possono ritrovare negli affreschi ben conservati, tra cui le storie dei Santi a cui sono dedicate. Storie che meritano di essere ascoltate. Così come la storia di chi ha voluto la loro costruzione. Come quella del Santuario della Madonna del Caravaggio di Oga che sorge là dove sembra sia avvenuto un miracolo per opera della Madonna appunto. Un tal Giovannino di Oga sembra sia stato salvato miracolosamente da un attacco di vipere.
Ma anche per riscoprire il passato più infelice della caccia alle streghe, perseguitate nel contado di Bormio negli anni della peste nera. Famosa in questo senso la bella chiesa di San Gallo dove sembra venissero messe al rogo una volta processate e condannate.
San Colombano monaco irlandese come San Gallo, il cui culto è molto sentito nel paesino di Oga e che ogni anno ad agosto viene celebrato con un pellegrinaggio che porta dal piccolo centro alpino sino alla chiesetta a lui dedicata a 2484 mt. Si racconta che una volta le donne sterili di Oga facessero questo lungo pellegrinaggio in ginocchio con la speranza che il Santo potesse intercedere per ricevere l’ambito dono.
Questo ed altro lo potrete scoprirlo all’interno dell’iniziativa “Chiese Aperte” promosso da www.bormio.eu .
Le altre attività proposte le ritrovate invece ai seguenti link
(N.B. ricordatevi che tutte le attività ed i programmi cambiano di anno in anno quindi le informazioni più aggiornate le trovate sempre nei siti ufficiali)
https://www.sistemamusealevaltellina.it
https://www.villaviscontivenosta.it/
http://lombardia.stelviopark.it/portfolio/items/centro-visitatori-di-valfurva/